IN QUALE MOMENTO AVETE COMPRESO CHE IL CARCIOFO POTESSE ESSERE IL PRODOTTO TIPICO DI CUPELLO E QUINDI POTESSE “RAPPRESENTARE” LA NOSTRA COMUNITA’?
PRESIDENTE: Il carciofo era conosciuto già dall’epoca greco-romana ma forse non nelle forme attuali. Notizie più certe della sua coltivazione e utilizzazione in Italia si hanno a partire dal XV secolo. Le notizie storiche che comprovano la presenza del carciofo nel Vastese risalgono al 1575, quando il padre domenicano Serafino Razzi, nel suo diario di viaggio in Abruzzo, andando da Histonium (Vasto) a Punta Penna e descrivendo i luoghi attraversati, cita la presenza dei carciofi selvatici. Il Carciofo, infatti, seppure coltivato diffusamente, era destinato al consumo familiare. Eppure la pianta del Carciofo era conosciuta in tutta la regione fin dal XVIII secolo. Sempre più abbondantemente coltivato, il Carciofo cominciò a diventare, dopo l’orto e la tavola, anche il protagonista del mercato: in quello di Lanciano, nel XVIII secolo, si potevano acquistare carciofi locali.
Una curiosità: il carciofo veniva coltivato anche nel territorio di Vasto, ma si notò ben presto che quest’ortaggio attecchiva meglio sul suolo di Cupello,come confermano gli studi effettuati, successivamente, proprio sul terreno fino a 20 metri di profondità. Infatti dalla pubblicazione realizzata dall’ARSSA si evince che i terreni possiedono delle caratteristiche molto particolari (proprietà naturali e microelementi) e probabilmente riescono ad esaltare alcune delle qualità già presenti nella varietà stessa di Cupello, la quale si presenta dolciastra e pertanto più gradevole al palato.
QUANDO E COME E’ NATA L’IDEA DI CREARE UNA COOPERATIVA (Conoscenza del luogo e dei suoi protagonisti)
PRESIDENTE: Un invito a costruire Cooperative e consorzi tra aziende che consentivano una maggiore disponibilità di mezzi fu prontamente accolto da Cupello.
È possibile affermare che l’inevitabile cambiamento della situazione sociale ed economica in tutto il Vastese quasi obbligò, nell’immediato dopoguerra, gli agricoltori a cercare delle alternative alle predominanti colture cerealicole, dunque la necessità di coltivare un prodotto non più esclusivamente destinato all’autoconsumo familiare o alla moderata vendita nei mercati paesani ma di una vera e propria rivoluzione agricola. Così il 28 Febbraio 1961, 24 soci fondarono la Cooperativa Ortofrutticola San Rocco, leader nella produzione e commercializzazione di questo ortaggio, che vantava ben 200 ettari destinati alla coltivazione del Carciofo.
COME SI PRESENTA OGGI LA COOPERATIVA?
PRESIDENTE: Attualmente la superficie coltivata è intorno ai 40 ettari. La produzione totale, compresa quelle delle diverse decine di produttori non associati che coltivano in tutto una decina di ettari è di circa 300.000 carciofi.
Oggi la Cooperativa San Rocco si fa portavoce anche di un: progetto socio-gastronomico “Le Regine Cupello” ossia Carciofino sott’olio questo ha due significati: vuole sottolineare la grande qualità e valorizzazione economica del prodotto carciofino, ma anche portare alla luce le regine della comunità e della tavola di Cupello: le donne che con amore e rispetto di un’antica tradizione preparano questo prodotto eccezionale. Infatti sono proprio loro, coordinate e organizzate dalla Cooperativa San Rocco, a lavorare i carciofini nello stesso modo che da bambine hanno imparato dalla madre, e dalle nonne.
1969 QUATTRO ANNI DOPO LA FONDAZIONE DELLA COOPERATIVA VIENE ORGANIZZATA LA PRIMA SAGRA. COME E’ CAMBIATA NEL CORSO DEGLI ANNI LA SAGRA?
PRESIDENTE: Solo anni più tardi, nel 1967, in un rinnovato clima di fiducia e benessere per iniziativa della Cooperativa e della Pro-Loco si diede vita ad una manifestazione nuova e originale, “la Sagra del Carciofo” che da allora,si ripete ogni anno attirando migliaia di visitatori. Si tratta di un’antica kermesse dedicata a questo ortaggio. Si è così consolidato nel territorio vastese la sagra intitolata la carciofo di Cupello, tanto che, nel periodo primaverile, in prossimità della raccolta, viene organizzata una manifestazione fieristica di tipo commerciale e gastronomico intesa a valorizzare il prodotto con notevoli ripercussioni dal punto di vista turistico. La sagra ha cadenza annuale e la sua data è fissata in base al calendario agricolo e alla raccolta dei carciofi: normalmente si svolge nel mese di Maggio e spesso anticipa o segue di poco le festività Pasquali.
La manifestazione dura tre giorni, dal pomeriggio del venerdì, con l’arrivo dei primi espositori,alla domenica sera,quando vi è la cerimonia di chiusura con grandi spettacoli pirotecnici. Si tratta di una manifestazione con storie e tradizioni,che hanno come scopo quello di valorizzare e incentivare il consumo del carciofo di Cupello, suggerendo ricette tradizionali che esaltino la bontà delle eccellenti caratteristiche organolettiche del prodotto.
Così ogni ano a Maggio,da più di un trentennio,lungo le vie principali e il centro storico si svolge la Sagra del Carciofo. L’evento coinvolge tutto il Paese,dai Contadini,ai Produttori,dalla Associazioni alle Istituzioni,con notevole richiamo turistico. L’intento originario rimasto poi immutato per tutte le successive edizioni, era quello di far conoscere nel territorio circostante questo ortaggio, le sue virtù e allo stesso tempo promuovere la cittadina di Cupello oltre i suoi confini.
Già alla sua prima edizione la Sagra ebbe un successo rilevante e ancora oggi attira un enorme numero di persone,anche fuori regione.
Dal 2005 la sagra del carciofo si rinnova e da avvio ad un nuova immagine ossia la “Carciofesta, la quale oltre a mantenere tutti gli eventi della classica sagra si arricchisce e viene animata da un altro evento, si tratta dell’iniziativa di alcuni ristoranti locali che, durante tutta la settimana comprendente i tre giorni della fiera, propongono diversi menù a prezzo fisso a base esclusivamente di carciofi, dall’antipasto al dessert, al fine di dare modo a chi vi partecipa di assaggiare e apprezzare questo gustoso ortaggio, nella sua unicità e per la versatilità in cucina. La CarcioFesta, dunque, non vuole essere un evento folkloristico, ma un vero e proprio appuntamento strategico capace di portare a conoscenza del grande pubblico la peculiarità del territorio e aumentare, così, l’attenzione verso l’aspetto gastronomico. Questo perché si crede in un sistema produttivo locale che possa produrre occupazione, sviluppo, turismo, impresa. Tale manifestazione non consisterà solo in un galà gastronomico del “Carciofo di Cupello” ma sarà anche caratterizzata da appuntamenti e soprattutto dibattiti relativi agli ambiti produttivi e promozionali.
Nel 2008 sempre grazie all’ Amministrazione Comunale ed alla presa di coscienza di Cupello di essere città del carciofo è stato previsto inoltre l’allestimento della mostra sul carciofo dal titolo “Al-Kharshûf, Cynara, lu Carciof’- C’era due volte il Carciofo a Cupello” che mostrerà l’importanza di questa coltivazione nell’economia locale dagli egiziani ai giorni nostri. Tale inaugurazione è avvenuta presso i sotterranei del Palazzo Municipale: uno spazio finalmente restituito a Cupello, ai cittadini e ai visitatori. Costruito dopo la metà del XIX secolo, il Palazzo Municipale, già Palazzo Marchione venne completato nelle forme attuali nei primi anni del Novecento. Protagonista di una storia spesso tormentata, visse i suoi giorni più difficili, come tutto Cupello, durante la Seconda Guerra Mondiale. Occupato dai Tedeschi nel 1943, infatti, fu successivamente sede del Comando Militare inglese. La struttura, utilizzata perfino come rifugio anti-aereo, oggi risorge all’antico splendore grazie a un meticoloso restauro che la riconsegna ai suoi legittimi proprietari: i cittadini di Cupello. I sotterranei: da luogo di conservazione dei prodotti della terra, a luogo di conservazione, produzione e diffusioni di nuovi linguaggi e saperi. Il palazzo comunale dal 2008 è sede di un museo dedicato espressamente al carciofo con tante testimonianze storiche oltre che video realizzati in collaborazione con alcuni dei primi produttori di carciofo che ci danno testimonianza dell’importanza nella storia degli ultimi 60 anni del carciofo sullo sviluppo dell’economia locale oltre a tanti altri aspetti salienti.
QUALI SONO LE ESIGENZE AMBIENTALI E I PERIODI DI PRODUZIONE DEL CARCIOFO MAZZAFERRATA?
PRESIDENTE:Il carciofo è una pianta che si è adattata ad un clima mediterraneo ad estate arida ed inverno mite e piovoso: esso ha il periodo di vegetazione dall’autunno alla primavera e l’arresto vegetativo durante la calda e secca estate: per vegetare non ha bisogno di temperature alte (14-18°C sono quelle ottimali), però teme i freddi intensi (a 8-10 °C sotto zero l’intera pianta muore) e le gelate tardive ( a pochi gradi sotto lo zero i capolini subiscono danni).
Per quando riguarda il terreno, il carciofo si adatta a tutti i tipi, anche se preferisce quelli di medio impasto, profondi e ben drenati, a causa della sua sensibilità ai marciumi radicali. Nei terreni argillosi, infatti, la maturazione viene ritardata, mentre in quelli sabbiosi e calcarei si ottengono capolini di dimensioni ridotte.
QUALI SONO LE PRINCIPALI CARATTERISTICHE MORFOLOGICHE E LE PROPRIETA’in termini NUTRIZIONALI DEL CARCIOFO DI CUPELLO? (Descrizione libera del carciofo)
PRESIDENTE: Il prodotto è costituito da capolini della specie Cynara scolimus L. spp. ecotipo di derivazione del “Campagnano”, varietà Carciofo Romanesco a ciclo tardivo ecotipo Mazzaferrata con maturazione in marzo-aprile secondo l’andamento climatico. I capolini sono grossi e tondeggianti sono costituite da un centinaio di brattee ben serrate e senza spine, sono più leggere rispetto alla varietà omologa e sono di un colore violaceo; inoltre non presentano la lignifícazione dei vasi della parte inferiore del fondello e “lanugine” nel cuore del carciofo.Quello centrale “cimarolo” è il più tenero e con le brattee ben serrate. Alla fine della stagione produttiva, verso la fine di aprile- primi di maggio, le piante producono i carciofini, capolini più piccoli destinati generalmente alla preparazione di conserve. I capolini della Categoria Extra, oltre ad avere le caratteristiche sopra descritte, si differenziano fra di loro per l’epoca di raccolta e il diametro. I Carciofini, che si ottengono a fine ciclo produttivo, presentano la tipica forma della varietà con brattee centrali ben serrate, delle dimensioni di un uovo. Sul piano alimentare e terapeutico, il carciofo riveste un’importanza notevole per alcune sue caratteristiche biochimiche, essendo infatti ricco di vitamine A e B, di acido glutammico, di cofitolo, di cinarina, di inulina, di ferro, di calcio, di potassio e di fibra.
Il carciofo si presta ad un uso variegato in cucina e notevoli sono i benefici nutrizionali grazie ad alla particolare sostanza la cinarina in essa contenuta esercita una azione benefica sulla secrezione biliare, favorisce la diuresi renale e regolarizza le funzioni intestinali. I carciofi posso essere cucinati in svariati modi : alla romana, alla giudia, fritti, quando sono teneri è consigliabile mangiarli crudi tagliati a fettine condite con olio, limone e qualche fogliolina di menta.
Dal punto di vista nutritivo, il carciofo Mazzaferrata presenta i seguenti requisiti:
Composizione e valore energetico del carciofo
100gr. di prodotto:
Parte edibile 34%; Acqua 84,0g; Proteine 2,7 g; Lipidi 0,2 g; Glucidi disponibili 2,5 g; Fibra alimentare 5,5 g;sodio 133 mg; potassio 376 mg; Ferro 1,0 mg; Calcio 86 mg; Fosforo 67 mg; Niacina 0,5 mg; Vitamina C 12 mg. Energia 22 kcal. Quindi il carciofo risulta essere un alimento equilibrato, essendo fornito dei principi nutritivi indispensabili per il soddisfacimento di alcuni fabbisogni alimentari. In particolare la presenza di una buona concentrazione proteica e glucidica lo colloca tra gli ortaggi a maggior valore nutritivo, mentre il buon contenuto di fibra gli conferisce un’elevata digeribilità.
Epoca di produzione
Inizio da fine marzo.
QUAL E’ LA DESTINAZIONE D’USO DEL PRODOTTO? (E’ destinato alla vendita sul mercato?)
PRESIDENTE : I carciofi vengono commercializzati oltre che nel punto vendita sito all’interno della cooperativa stessa nei mercati di Perugia , Rimini ,Cesena, Verona, Milano, Eataly Roma e Eataly Torino oltre alla GDO e ai commercianti del Vastese.
Attualmente ci sono varie regioni in Italia che si affacciano a produrre il carciofo. In Sardegna ad esempio,è stata fatta proprio una politica di investimento sul carciofo.
Una curiosità: i primi acquirenti dei carciofi di Cupello sono stati i napoletani.
CI SONO DEI RICONOSCIMENTI COME PRODOTTO TIPICO?
PRESIDENTE: Dal 2004 la Cooperativa Ortofrutticola San Rocco ha ottenuto il Marchio Collettivo Comunitario. L’obiettivo è quello di garantire l’origine ,la natura e la qualità dei prodotti tipici di eccellenza della regione,attraverso un disciplinare che prevede requisiti produttivi,controlli e sanzioni,che consento nodi tutelare da un lato i produttori dall’utilizzo improprio del nome carciofo di Cupello,dall’altro il consumatore che potrà apprezzare un prodotto controllato lungo tutta la filiera produttiva secondo principi della tracciabilità .
E’ stato avviato,inoltre, da qualche mese la procedura per il riconoscimento del Marchio di Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.). sponsor di tale riconoscimento sono : Camera di Commercio Di Chieti, Gal Maiella Verde Cooperativa San Rocco di Cupello. L’ottenimento di tale riconoscimento segnerà positivamente l’ulteriore sviluppo del nostro territorio.